Cari yogi e yogini, alla luce di quanto sta succedendo, vista la proroga di chiusura delle scuole, viste le direttive del governo per quanto riguarda uffici pubblici, scuole, ecc – tra cui la più importante limitare lo stretto contatto tra le persone in ambienti chiusi – non ci sentiamo di prendere la responsabilità di incorrere anche nel minimo rischio.
Perdonateci, sinceramente, come associazione non sentiamo la necessità di fare lezione con queste premesse.
Lo comunichiamo in tutta serenità in quanto consideriamo di rivederci a pratica yoga molto presto.
Da un punto di vista della pratica yoga, anche la pausa, l’interruzione è pratica stessa; questo momento di pausa ci invita alla pratica di Titiksha (तितिक्षा), la pazienza, avere l’umiltà di concederci il tempo che ci serve, quello necessario.
Lo yoga ci insegna che per progredire nel nostro cammino, occorre fermarsi, porsi in ascolto, essere presenti. La pratica dello Yoga rende una persona interiormente equilibrata; l’atto stesso di calmare le reazioni emotive sviluppa una migliore capacità di influenzare le circostanze esterne. Quindi il titiksha non ci rende apatici o noiosi; è il primo passo per interiorizzare la mente e per tenere sotto controllo le sue reazioni. Il modo principale di praticare titiksha è osservare il respiro conducendo alla pratica della meditazione vera e propria. Prakrti (materia o natura) mostra la via per titiksha, il principio creativo della vita – proprio come l’inerzia è una proprietà della materia.